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Trento, 29 agosto 2011 
Regolamentare l’uso del downhill in Trentino
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

In Trentino è sempre più diffuso l’utilizzo delle biciclette da downhill, anche per la presenza di importanti manifestazioni sportive come la competizione mondiale in Val di Sole e per la crescente disponibilità di impianti di risalita al trasporto delle mountain bike. Il downhill è una pratica che, a differenza della tradizionale mountain bike, necessita di portare in quota il veicolo a due ruote e soprattutto di poter disporre di idonei tracciati per la discesa, in alcuni casi sentieri segnalati del catasto provinciale curato dalla SAT, in altri casi strade forestali, in altri casi ancora tratti di piste da sci o percorsi appositamente individuati.

Le competizioni di downhill sono gare ciclistiche svolte esclusivamente su tracciati in discesa. Al contrario di quanto si pensa, anche in queste biciclette si tende a ridurre il peso montando componenti più leggeri rispetto a quelli da freeride, per incrementare le prestazioni in gara. I pesi oscillano dai 16 ai 25 kg. Queste biciclette sono molto resistenti perché devono resistere alle fortissime sollecitazioni dei salti e degli oggetti che si possono trovare durante il tracciato. Nei siti per gli appassionati di questo sport si consiglia di imparare prima a utilizzare la bici in discese facili e man mano aumentare di difficoltà dato che questo sport ha bisogno di molta tecnica e allo stesso tempo un buona preparazione atletica. I telai sono esclusivamente full suspended con escursioni di forcella e sospensione molto ampie (dai 180 ai 240 mm o anche 300mm) e con freni a disco idraulici di dimensioni maggiorate (anche sopra i 200 mm). Generalmente non sono bici "pedalabili" e sono inadatte a percorrere anche brevi tratti su strade asfaltate e in pianura: sono bici utilizzate praticamente solo per "scendere" da rilievi montuosi o colline ed i pedali servono solo per non perdere velocità in discesa. Ciò le rende scomodissime e inadeguate se impiegate per un uso "comune" (come percorsi urbani, pedalate in campagna, percorrere anche piccole salite, ecc...).

La crescente presenza di praticanti di downhill comporta alcuni problemi, primo dei quali la necessità di individuare idonei percorsi anche al fine di tutelare la sicurezza degli escursionisti, degli stessi ciclisti e dell’ambiente naturale, poiché l’usura dei sentieri dovuta al transito delle mtb da downhill è molto più elevata rispetto al transito di una normale mtb e dunque c’è maggiore bisogno di intervento manutentivo o di ripristino.

Nel sito dell’organizzazione ciclistica internazionale si legge che “la corretta etica d’uso della mountain bike oggi, condiziona l’uso e l’accesso ai sentieri, in futuro. Fare la propria parte per preservare e migliorare le condizioni d’uso e l’immagine di questo sport, implica l’osservanza di alcune regole formulate da IMBA, (International Mountain Bicycling Association) l'Associazione Internazionale di Mountain Bike. Queste regole sono riconosciute in tutto il mondo come il codice di condotta per mountain bike. IMBA ha il compito di promuovere il ciclismo fuoristrada, nel “rispetto dell'ambiente e socialmente responsabile”.

Ne ricordiamo alcune di seguito:

─ “Percorrere solo sentieri dove è permesso circolare in bicicletta 

─ Evitare sentieri e strade non accessibili o d’accesso limitato solo ai pedoni. (nel dubbio prendete informazioni); rispettare le proprietà private e munirsi di permessi dove fosse necessario attraversarle. Le aree di interesse naturalistico sono vietate o limitate al transito delle biciclette. Il modo in cui viene usata la bicicletta condizionerà la normativa di enti addetti alla salvaguardia del territorio. 

─ Non lasciare tracce evidenti (rifiuti compresi) 

─ Essere sensibili al terreno sotto le ruote, analizzando le differenti tipologie di suolo e rispettando la traccia dei sentieri. Suoli bagnanti e fangosi sono più facilmente danneggiabili. Quando il fondo è cedevole considerare l'ipotesi di un percorso alternativo. Ciò non autorizza a creare nuove tracce

─ Non tagliare le curve, ma affrontarle secondo le reali capacità della persona e potenzialità del mezzo

─ Moderare la velocità e guidare con prudenza nei tratti difficili 

─ Dare sempre la precedenza 

─ Far sapere agli altri fruitori del sentiero della propria presenza. Un saluto amichevole e/o un tocco di campanello è utile e ben educato. Non spaventare il prossimo, ma sorpassare rispettosamente a passo d'uomo e se necessario fermarsi. 
─ Non infastidire gli animali 

─ Tutti gli animali sono spaventati da un approccio improvviso o da rumori molesti. Questo fatto può degenerare in pericolo per gli animali, per te e per gli altri. Dare quindi la possibilità agli animali di abituarsi alla presenza umana, specialmente con i cavalli, informando il cavaliere delle intenzioni di sorpassare. Correre in bici selvaggiamente irrispettosi della natura è una grave mancanza di etica e morale

─ Richiudere il cancello aperto nel transitare nella proprietà di qualcuno

─ Programmare le uscite senza avventurarsi in sentieri ignoti.”

In Trentino erano state previste norme abbastanza severe per rendere compatibile la presenza sui sentieri di ciclisti e di escursionisti, ma poi le norme sono state via via ammorbidite con la solita attenuante che altrimenti i turisti se ne vanno da un’altra parte…. Pertanto, seguendo il principio secondo il quale agli ospiti dev’essere concesso di tutto e di più il downhill ha trovato terreno fertile nella nostra provincia. Aprendo nuovi scenari che però oggi necessitano di un quadro normativo più preciso, a tutela dell’ambiente, del patrimonio alpinistico, della sicurezza degli escursionisti e dei ciclisti. Andrà inoltre chiaramente individuato, per ogni itinerario utilizzato per il downhill, il responsabile dei lavori di manutenzione e di ripristino, trattandosi di vere e proprie infrastrutture ad uso sportivo. Non sarà dunque più sufficiente portare più gente possibile in quota lavandosene le mani. Chi porta in alto il ciclista si deve anche assumere l’onere di assicurare percorsi adeguati e segnalati e soprattutto si deve assumere i costi per la manutenzione ed il ripristino del territorio laddove eventualmente danneggiato. Non è più sostenibile che i volontari delle associazioni – SAT, pro loco, cacciatori, eccetera - debbano mantenere idonei dei sentieri che poi vengono “massacrati” dai discesisti.

Ciò premesso

si interroga il presidente della Provincia per sapere

1.  se è a conoscenza della diffusione della pratica della “downhill” in Trentino

2.  se conosce quanti e quali percorsi sono stati realizzati, nonché quanti e quali percorsi siano in fase di realizzazione

3.  chi tiene sotto controllo gli itinerari dedicati alla “downhill”

4.  se ritiene necessario operare una regolamentazione, anche in funzione della tutela della salute dei praticanti e degli escursionisti

5.  se non ritenga doveroso individuare dei responsabili per ogni percorso, ai quali affidare la doverosa manutenzione ed il ripristino di luoghi o ambienti eventualmente danneggiati.

Cons. Roberto Bombarda

 

     

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